venerdì 2 settembre 2011

Divertente

Piccola. Non di età, ma di centimetri. Ben venti più bassa di lui, ma molto più intelligente. Aveva l'aspetto di chi ha un tesoro e non sa di possederlo, di chi parla senza essere banale, di chi abbellisce un pensiero con un sorriso che, fino a quel momento, ha tenuto nascosto.
Lui la guardava sorseggiare il suo spritz annegato nel ghiaccio e ne scorgeva la lieve abbronzatura figlia della protezione trenta a prova di qualsiasi raggio solare. Era divertente. Il suo modo di raccontare la vita lo metteva di buon umore, allonanava i pensieri negativi di quei giorni, lo rendeva perfino gradevole.
Fumava camel blue mentre aspettava il negroni sbagliato, e rideva mentre parlava dei disastri del lavoro. C'era qualcosa di affascinante nella sua semplicità. Ed era elegante la leggerezza con cui si lasciava prendere in giro.
Il negroni se ne andò via con la rapidità con la quale era arrivato, le risate diventavano sempre più copiose fin quando un botto trasformò le chiacchere in un gelido silenzio. La cameriera, quella dello spritz e del negroni, aveva urtato in cliente, versandogli addosso la pasta al ragù, che ora campeggiava sulla sua bianca camicia.
Mentre il livello delle chiacchiere tornava alla normalità, lei sgranò i suoi grandi occhi e si lisciò i lunghi capelli con le piccole mani: l'orologio aveva sentenziato che era tardi e doveva rientrare.
La accompagnò alla macchina, e, nel salutarla si sporse verso di lei. Un'ora dopo erano ancora lì.

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