venerdì 23 settembre 2011

Quando ti accorgi di essere un marziano...

Alcuni marziani hanno le antenne in testa, altri hanno le orecchie a punta, altri ancora gli occhi fuori dalle orbite. Alcuni marziani hanno la pelle verde, altri i contorni grigi, altri sono rossi come pesciolini in onore del pianeta che rappresentano.
Lui non ha alcuna di queste caratteristiche, a parte gli occhi un po' a palla e degli strani tagli vicino al padiglione auricolare destro. Lui ha la pelle come tutti noi, forse un po' bianchiccia a volte, ma crudelmente rossa solo quando viene toccata senza pietà dal solleone agostano.
Lui parla la nostra lingua, gesticola per esprimersi meglio, come se i movimenti delle mani disegnassero su una tela i suoi modi di vedere le cose. Nonostante ciò, a volte si sente un marziano. E, strano a dirsi, sono proprio gli eventi terreni che danno forza alle sue certezze.
Aveva una fidanzata di lungo corso con cui, dalla fine della storia, si sentiva due o tre volte l'anno. Credeva di averci mantenuto buoni rapporti. L'ha cercata per darle una notizia spiacevole e quella, con fare eroico, gli ha detto che le sue saltuarie chiamate davano fastidio al nuovo fidanzato. Chiamalo -ha suggerito con maturità- così gli spieghi che non c'è niente tra di noi.
Mentre lui controllava la presenza di antenne tra i capelli tagliati di fresco, si è palesata un'altra donna del suo passato. Ricorda solo le parole rabbia e infantilismo appese ai suoi giudizi da maestrina, capace solo di sgridare senza capire e di urlare senza motivo.
Appurato che le sue orecchie erano stondate in cima, decise di scaricare la posta elettronica. Gli apparve una mail di sua cara amica lo accusava di essere freddo nei suoi confronti, dopo che, qualche mese prima, era stata proprio lei a intimargli di prendere le distanze.
A quel punto agì di imperio, si tinse la pelle di verde e partì alla volta del pianeta rosso. Non vide creature con le antenne sulla testa, nè extraterresti con gli occhi fuori dalle orbite o marziani con le orecchie a punta. Trovò solo un pesciolino, naturalmente rosso.

venerdì 2 settembre 2011

Divertente

Piccola. Non di età, ma di centimetri. Ben venti più bassa di lui, ma molto più intelligente. Aveva l'aspetto di chi ha un tesoro e non sa di possederlo, di chi parla senza essere banale, di chi abbellisce un pensiero con un sorriso che, fino a quel momento, ha tenuto nascosto.
Lui la guardava sorseggiare il suo spritz annegato nel ghiaccio e ne scorgeva la lieve abbronzatura figlia della protezione trenta a prova di qualsiasi raggio solare. Era divertente. Il suo modo di raccontare la vita lo metteva di buon umore, allonanava i pensieri negativi di quei giorni, lo rendeva perfino gradevole.
Fumava camel blue mentre aspettava il negroni sbagliato, e rideva mentre parlava dei disastri del lavoro. C'era qualcosa di affascinante nella sua semplicità. Ed era elegante la leggerezza con cui si lasciava prendere in giro.
Il negroni se ne andò via con la rapidità con la quale era arrivato, le risate diventavano sempre più copiose fin quando un botto trasformò le chiacchere in un gelido silenzio. La cameriera, quella dello spritz e del negroni, aveva urtato in cliente, versandogli addosso la pasta al ragù, che ora campeggiava sulla sua bianca camicia.
Mentre il livello delle chiacchiere tornava alla normalità, lei sgranò i suoi grandi occhi e si lisciò i lunghi capelli con le piccole mani: l'orologio aveva sentenziato che era tardi e doveva rientrare.
La accompagnò alla macchina, e, nel salutarla si sporse verso di lei. Un'ora dopo erano ancora lì.